Grotta del Cavallo
Ubicata nella Baia di Uluzzo, assieme a Uluzzo e Uluzzo C, questa grotta è famosa per il suo deposito stratigrafico, certamente uno dei più importanti d’Europa. Le ricerche archeologiche, svolte a fasi alterne e da differenti Istituti Universitari, iniziarono nei primi anni ’60 con Palma di Cesnola, proseguirono con l’Università di Siena nel 1978 con l’intervento di Gambassini, Sarti, Martini e altri studiosi, furono portate avanti negli anni ’90 da Martini e Sarti, e continuano tutt’oggi. Gli studi di Benazzi hanno permesso di riferire due denti decidui antropici, lì rinvenuti, a Homo sapiens e di datarli a 45.000 anni fa. Oltre a uno strato di spiaggia tirreniana, sono presenti livelli musteriani (70.000 anni fa), uluzziani (45.000 anni fa) e romanelliani (13.000 anni fa). Gli strati uluzziani sono separati da quelli più recenti da una crosta stalagmitica, formatasi in seguito a un aumento della piovosità. La presenza di spazi aperti causata dagli eventi glaciali giustifica l’abbondante presenza di equidi rispetto a cinghiali, bovidi e cervidi. Gli ultimi quarantamila anni videro un deterioramento climatico, seguito dall’inaridimento ambientale. L’avanzamento dei ghiacciai provocò un forte abbassamento del livello del mare e il ritiro del manto forestale, con l’emersione di ampi territori vallivi, in cui vivevano grandi branchi di ungulati, soprattutto equidi, e un aumento della piovosità.